Internet è un mezzo potente, potentissimo, inedito, che sta cambiando in maniera definitiva il modo di comunicare: è un mezzo talmente potente che è ormai in grado di presentarsi come alternativa reale alla vecchia TV generalista, bugiarda, il più delle volte superficiale, meschina, noiosa. Sulla rete stanno nascendo fenomeni politici, il suo ruolo è stato determinante addirittura per l'elezione di un Presidente americano: un luogo dove chiunque può dire la sua. Una enorme intelligenza collettiva, milioni e milioni di bloggers, al cospetto di sette (e sono solo sette) canali della vecchia TV analogica, controllati da una sola persona. I blog sono milioni, scritti da milioni di intelligenze che mettono in rete tutte le idee e passioni possibili, dalle più discutibili alle più interessanti e nobili. Di questo mezzo, che ha scatenato grazie alla sua controinformazione una "onda" di proteste studentesche, nel quale si possono trovare tutte le informazioni che smascherano ogni forma di potere, che si trova a essere messo in discussione continua, perpetua, da persone che non hanno perso il gusto nè di lottare nè di confrontarsi con la realtà, il Governo e la finta opposizione in Parlamento, tranne alcune lodevoli eccezioni, hanno capito da tempo la portata. Fateci caso: ogni volta che qualche fatto di cronaca nera intercetta la rete, come nel caso delle stragi in America o in Finlandia, per non parlare di cose peggiori, un servizio dei tg tenta di screditare Internet, cercando di convincere la massa (che in Italia ancora in parte non può nè sa accedere alla rete) delle necessità di un controllo, di una censura. E squallidamente, ci riprovano: dopo la sconfitta dle primo tentativo con il Governo Prodi da parte dell'allora sottosegretario Levi, ora tenta il centrodestra, con la presentazione da parte dello stesso Levi, ossessionato dalla libera discussione (è un democratico, pensate che bel Partito quello di Veltroni che vuole la prerogativa di poter scrivere blog addomesticati e servili). Nella VII Commissione alla Camera si sta discutendo della necessità dell'iscrizione al ROC, Registro degli Operatori della Comunicazione, per potere avere un blog proprio: si vuole scoraggiare tutti, si cerca di censurare con una insopportabile e asfissiante burocrazia la libertà che la rete consente. Ma sono partite già le risposte, da facebook a due petizioni l'onda monta pure qui, le firme stanno aumentando. Facciamoci sentire, impediamo l'ennesima porcheria salva - politici ( e ammazza - libertà) di un potere sempre più in difficoltà e perciò arrogante e prepotente. Per aderire alle petizioni cliccate qui e qui.
mercoledì 12 novembre 2008
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