lunedì 26 gennaio 2009

27 gennaio 1945: l'Armata Rossa entra nel lager di Auschwitz

La legge 211/2000 istituisce il 27 gennaio "Giornata della Memoria", ricordando il 27 gennaio 1945, quando l'Armata Rossa entrò nel campo di concentramento simbolo dell'Olocausto, con lo scopo di non dimenticare lo sterminio pianificato dai criminali nazifascisti dei gruppi etnici dei Rom e dei Sinti, dei diversamente abili, degli Ebrei, dei comunisti, degli antifascisti, degli omosessuali, dei Testimoni di Geova e delle popolazioni slave. Per questo genocidio furono usate le tristemente note camere a gas, dove si veniva asfissiati o con monossido di carbonio o con il famigerato Zyklon B. Furono inoltre effettuati esperimenti sui prigionieri, ridotti gli stessi a schiavi per la produzione tedesca: i corpi dei defunti venivano bruciati nei forni crematori con l'ausilio degli stessi internati nel campo. Questi eventi furono accompagnati da uno dei più grandi furti della storia: non soddisfatti dello sfruttamento dei loro prigionieri, ne rubavano i denti d'oro, gli occhiali e qualsiasi effetto personale. Con la complicità dei banchieri e dei capitalisti tedeschi e non solo, questo oro veniva deposistato nelle banche, costituendo la fortuna e la ricchezza dei criminali gerarchi nazisti. Senza dimenticare i milioni di morti che la guerra scatenata dalle belve naziste e fasciste comportò per tutte le nazioni, la violazione di tutti i trattati e le convenzioni internazionali, riconoscendo l'apporto fondamentale alla liberazione da questo incubo da parte della valorosa resistenza opposta dall'Unione Sovietica, degli enormi sacrifici sopportati dall'esercito americano in Europa, della fortissima guerriglia partigiana di Tito nelle ex Jugoslavia, del coraggio dei partigiani italiani.
Ma la verità storica è sotto attacco proprio in questo paese: una destra eversiva infatti governa l'Italia e non passa giorno che non si tenti riabilitare i genocidi fascisti. Non ultima, la vergognosa proposta di legge 1360, che equipara i partigiani ai repubblichini, cioè gli antifascisti ai collaborazionisti dello sterminio: un vero e proprio attentato alla Costituzione e alla Repubblica, favorito dalle attuali cariche istituzionali (tra le quali l'ex-missino Ministro della Difesa La Russa, che nell'occasione del 2 giugno 2008 a ricordato i caduti fascisti, come se questi traditori assassini fossero stati fedeli a una qualche idea di Patria). A questo aggiungiamo il silenzio assordante del Partito Democratico, timido nel difendere i valori fondanti della Repubblica nel nome di una pacificazione che fa soltanto il gioco della destra, l'affermazione di gruppi neofascisti, la xenofobia alimentata dalle forze del Governo e dai media complici, le campagne securitarie promosse anche dal PD, i roghi dei campi nomadi, le aggressioni e i morti dovuti ai nuovi squadristi. Il Fascismo insomma è tutto fuorchè debellato, se ne sente forte il fetore nell'aria.
Per concludere riporto i versi dell'inizio dell'opera di un perseguitato, di un reduce di Auschwitz, di un grande uomo, di un maestro:
"Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi"
Alla memoria dell'indimenticato Primo Levi, autore di Se questo è un uomo (da cui questi versi sono tratti).



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