Uno studio dell'Università di Oxford, pubblicato dalla prestigiosa rivista medica internazionale Lancet, ha analizzato le conseguenze delle privatizzazioni imposte ai vecchi paesi che facevano parte dell'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). Il risultato ottentuto da David Stuckler e altri studiosi è impressionante: le riforme capitaliste, le privatizzazioni, hanno determinato la morte di almeno un milione di persone (di maschi in età lavorativa). Ciò perchè vi fu un aumento del tasso di mortalità del 12,8%, legato all'incremento della disoccupazione provocata dalle politiche neoliberiste, quando venne abbandonato il sistema sovietico e adottato il sistema capitalista occidentale. Il risultato delle riforme fu un aumento della disoccupazione nel periodo 1991 - 1994 del 56% circa, un vero e proprio massacro sociale: furono maggiormente colpite le repubbliche di Russia, Kazakistan, Estonia, Lettonia, Lituania che ebbero una mortalità maschile triplicata. Gli studiosi hanno osservato che più veloci e totali furono le dismissioni dello Stato, più aumentava la mortalità (i due fenomeni sembrano insomma correlati). Ricordiamo alcuni diritti di cui i cittadini dell'ex-URSS furono privati in nome della cosiddetta democrazia occidentale e dell'efficentissimo sistema capitalista (efficente per pochi, banchieri e capitalisti e gangster, un pò meno generoso, per non dire peggio, per il resto della popolazione): il diritto al lavoro, che portava con sè il diritto alla casa e l'assistenza sanitaria pubblica. Allo sterminio economico si salvarono coloro che vivevano in paesi con strutture famigliari più coese. Ovvamente, l'Università di Oxford si guarda bene del mettere sotto accusa il sistema capitalista, imputando il tutto a una sconsiderata velocità nell'applicazione del sistema occidentale a dei paesi sostanzialmente non preparati ad una simile terapia d'urto.
Ma vediamo chi furono gli artefici del disastro in quei paesi in quel periodo: dopo la disastrosa esperienza di Gorbaciov, che di fatto liquidò il sistema comunista (lo storico Canfora sostiene che si trattò di vero e proprio tradimento del suo paese), l'occidente appoggiò l'alcolizzato presidente El'Cin (o Eltsin), che portò l'economia russa al fallimento (con l'applauso dei liberisti di tutto il mondo) consegnandola nelle mani della criminalità organizzata. Di lui si ricorda, mentre la Russia finiva nell'abisso scatenando molte proteste, il vergognoso bombardamento della Duma (ottobre 1993), ovvero il Parlamento, che era appoggiata da una parte consistente della popolazione stremata dalle "riforme" economiche di Eltsin e della sua banda di consiglieri filo-occidentali. Per fortuna, la sua presidenza terminò il 31 dicembre 1999 con la successione di Vladimir Putin.
Ma vediamo chi furono gli artefici del disastro in quei paesi in quel periodo: dopo la disastrosa esperienza di Gorbaciov, che di fatto liquidò il sistema comunista (lo storico Canfora sostiene che si trattò di vero e proprio tradimento del suo paese), l'occidente appoggiò l'alcolizzato presidente El'Cin (o Eltsin), che portò l'economia russa al fallimento (con l'applauso dei liberisti di tutto il mondo) consegnandola nelle mani della criminalità organizzata. Di lui si ricorda, mentre la Russia finiva nell'abisso scatenando molte proteste, il vergognoso bombardamento della Duma (ottobre 1993), ovvero il Parlamento, che era appoggiata da una parte consistente della popolazione stremata dalle "riforme" economiche di Eltsin e della sua banda di consiglieri filo-occidentali. Per fortuna, la sua presidenza terminò il 31 dicembre 1999 con la successione di Vladimir Putin.
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