martedì 30 dicembre 2008

Un piccolo gesto a favore dei palestinesi

Come a ognuno di noi, soprattutto durante i periodi di festa, capita di dover fare la spesa e magari di acquistare qualche "schifezza" per passare le ore davanti alla TV oppure in compagnia. Bene, volendo acquistare le dannosissime (per la salute) noccioline, passavo davanti allo scaffale e ne avevo visto un tipo: mentre prendevo il sacchetto per metterlo nel carrello della spesa, mi accorgo dall'etichetta (devo dire molto ben in vista) che le stesse provenivano da Israele. Bene, la reazione che ho avuto istintivamente è stata quella di rimetterle al loro posto sullo scaffale: visto che il governo d'Israele non capisce il linguaggio dei diritti umani e del diritto internazionale vediamo se capisce il linguaggio dei soldi. Se questa scelta personale venisse imitata da altre persone forse otterremo il risultato che mille prediche o articoli di denuncia (a cui non dobbiamo comunque rinunciare) non ottengono: cioè la fine del bombardamento criminale della popolazione civile a Gaza, ridotta ormai a vivere come gli ebrei nel "ghetto di Varsavia", e lo stop all'occupazione dei territori palestinesi per farvi insediare i coloni. Insomma proviamo a boicottiare Israele per fermare lo spargimento quotidiano di sangue!!!
PS: è chiaro che l'informazione sta deformando i fatti che accadono. Quello che colpisce è l'atteggiamento della RAI, servizio pubblico, che ormai è il megafono, con il suo innominabile corrispondente, dell'esercito israeliano. La politica italiana quando blatera qualcosa che non sia la questione giustizia o intercettazioni varie perde in realtà una buona occasione per tacere. Il sostegno del PDL alle operazioni militari, il silenzio del presidente Napolitano, il tacito sostegno del PD sono insopportabili (solo i Comunisti Italiani e Rifondazione si sono schierati a favore del popolo palestinese) per qualsiasi persona civile. Rimpiangiamo il Presidente partigiano Sandro Pertini che ebbe il coraggio di attaccare l'allora Primo Ministro, il macellaio Sharon, nel discorso di fine d'anno agli italiani. Non credo che ascolteremo, purtroppo, nulla di simile ora!!

domenica 28 dicembre 2008

Israele terrorizza e distrugge la Palestina

Come annunciato, e, visto che quando il governo israeliano afferma di voler colpire puntualmente lo fa, l'aviazione israeliana ha scatenato i suoi caccia bombardieri contro le infrastrutture e la popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza. Mentre scriviamo tra i palestinesi si contano quasi trecento morti, con una seria minaccia di invasione via terra che sicuramente aumenterebbe di molto il numero delle vittime. E' del tutto evidente la falsificazione delle ragioni e del potenziale delle parti in conflitto: la stampa, per lo più asservita agli interessi sionisti e americani, fa passare questo massacro come lo scontro tra due eserciti di due stati, sebbene, Hamas, pur gestendo politicamente Gaza, sia poco più di un gruppo di guerriglieri,e uno stato palestinese ancora non esista. Mentre i palestinesi con dei razzi (nulla a che vedere con il potenziale missilistico in dotazione all'esercito israeliano, ovviamente) tentano di infastidire la perenne occupazione dei propri territori da parte di sempre nuovi coloni, mentre Israele si permette il lusso nell'impunità più sfacciata di fermare ed espellere gli inviati dell'ONU (mi riferisco a Richar Falk, inviato dell'ONU per i diritti umani), nessuno sente il dovere di richiamare questo stato al rispetto delle risoluzioni dell' ONU stessa, che nulla può verso Israele. Mentre Gaza brucia e muore, l'Occidente tace. Prima che qualcuno fermi i carnefici dobbiamo attendere un'altro massacro tipo Sabra e Shatila?

giovedì 25 dicembre 2008

DOCUMENTO POLITICO DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE 13-14 DICEMBRE 2008, TOR VERGATA – ROMA

Riprendo volentieri questo documento degli studenti autorganizzati per consentirne la diffusione, visto che l'analisi e la proposta contenuta sono del tutto condivisibili; mi permetto di suggerire un supplemento di analisi necessario sul tentativo di dare una spallata reazionaria e fascistoide alla nostra Costituzione, con la proposta di presidenzialismo avanzata dal "piduista in affari " che ci governa, dalla complice opposizione parlamentare, e nel tentativo di mettere la Magistratura alle strette dipendenze del Governo (sai che pacchia per i reati del "colletti bianchi" , cioè per i corruttori e i corrotti), per poter perseguitare proprio le sacche di resistenza a questo sistema.


Il 13 e 14 dicembre 2008 si è tenuta all'Università di Tor Vergata un'assemblea nazionale di movimento, nata da un’esigenza largamente condivisa da quei singoli e realtà politiche che hanno attivamente preso parte, in questi mesi, alle proteste contro la legge 133 e contro tutte le misure governative in materia di Scuola, Università e Ricerca.

Dopo una prima fase di mobilitazione, in cui l’agitazione spontanea è stata predominante, si sono infatti cominciate a definire le rivendicazioni e a costruire le piattaforme politiche, entrando nel merito delle tante questioni aperte dal movimento. In questa seconda fase ci siamo resi conto che, condividendo punti di vista e prospettive, era necessario socializzare i percorsi di lotta e le analisi politiche maturate negli ultimi mesi e negli anni precedenti. Naturalmente quest'assemblea non ha rappresentato che un primo passaggio, necessario ma non sufficiente: quello conseguente è lavorare insieme per incidere in maniera efficace sul tessuto sociale e sulla realtà quotidiana.

La due giorni di intensi dibattiti si è articolata in due momenti di confronto assembleari sull'autorganizzazione, e in due tavoli di lavoro plenari, che hanno affrontato il rapporto fra “Scuola e Università, Capitale e Lavoro” e fra “Università e movimenti sociali”. La prima necessità dell'assemblea è stata infatti quella di fare il punto sulle varie esperienze di mobilitazione, e di portare avanti l'analisi teorica in modo da strutturare meglio le proprie pratiche.

Non è quindi un caso che il perno della discussione in tutte le assemblee sia stata la lettura della crisi economico-finanziaria. Differentemente da tutti quelli che hanno sprecato fiumi di inchiostro sostenendo che la “crisi” è solo “crisi della finanza”, noi siamo convinti della necessità di ribadire che si tratta sì di crisi, ma di una crisi di accumulazione capitalistica che viviamo da almeno trent'anni, e di cui la recente deflagrazione finanziaria è soltanto l’ultimo, violento, momento di svolta. I meccanismi di speculazione e indebitamento, che oggi vediamo crollare, non sono infatti il prodotto di alcune “mele marce”, ma una delle strade battute a partire dagli anni '70 per sopperire alle difficoltà di valorizzazione dei capitali. Mettere in discussione il capitalismo significa quindi prima di tutto chiarire che non può esistere un lato 'buono' di un sistema fondato su sfruttamento ed oppressione: finanza ed economia reale sono due aspetti dello stesso modo di produzione. Condannare il capitalismo rapace degli speculatori e delle banche, lasciando intendere che ve ne sia uno buono da difendere, o uno “sostenibile”, significa mistificare la realtà, e cedere le proprie armi critiche al nemico.

Per tentare di uscire da questa crisi di accumulazione, il capitale ha messo in campo diverse strategie: oltre alla finanziarizzazione e al controllo dei fondi e delle politiche monetarie attraverso organizzazioni transnazionali, è ricorso anche alla guerra globale e allo sfruttamento massiccio dei paesi del Sud del mondo (sia delocalizzando lì la produzione, sia abusando delle ingenti risorse naturali di quei territori). I governi e gli imprenditori, con la collaborazione di finte opposizioni politiche e il ruolo attivo dei sindacati concertativi, hanno poi attaccato direttamente le condizioni di vita delle classi subalterne. Hanno tentato di ridisegnare tutta la società, modificando alcuni aspetti fondamentali della sua organizzazione: il ruolo dello Stato, il mercato del lavoro, il sistema pensionistico, la sanità, i trasporti, incentivando lo scempio ambientale e la privatizzazione di risorse quali l'acqua e l'aria. In questo modo hanno limitato e depotenziato la conflittualità sociale, aperto incessantemente nuovi spazi di mercato, suscitato ad arte nuovi, redditizi bisogni.

In questo vasto processo di precarizzazione e sfrenata mercificazione, l’istruzione e la ricerca non sono state risparmiate, ma riformate rispondendo all’esigenza di costruzione di un’economia basata sulla conoscenza. È per costruire uno Spazio Europeo dell’Educazione Superiore e della Ricerca (funzionale, insieme all'Esercito europeo, all'aspra competizione sullo scenario mondiale) che i governi dei paesi membri dell’UE stanno armonizzando i sistemi di istruzione, portando avanti, pressoché ovunque, “riforme” di stampo neoliberista (si pensi alla Francia, alla Spagna, alla Grecia). Indagare le connessioni che esistono tra il sistema formativo, il quadro economico generale e le ristrutturazioni che avvengono a livello europeo ci ha permesso di comprendere in che modo i meccanismi di selezione di classe e di disciplinamento si sono evoluti e si evolvono, proprio a partire da scuole ed università.

Da questo punto di vista, l’introduzione del 3+2, di stage e tirocini obbligatori durante il corso di studi, del sistema dei crediti formativi (CFU), il nuovo ruolo dei privati negli atenei, il life-long learning, lo smantellamento di ciò che resta del diritto allo studio (mense, residenze, borse di studio), sono solo alcuni degli elementi concreti emersi durante la discussione assembleare.

Il credito formativo è stato uno dei punti dirimenti del confronto: la posizione “suggerita” dai report della Sapienza (workshop del 15 novembre), ovvero l’abolizione del sistema dei CFU attraverso un loro “inflazionamento”, è stata messa duramente in discussione. Il credito è definito come la misura del volume di lavoro di apprendimento, compreso lo studio individuale, richiesto ad uno studente in possesso di adeguata preparazione iniziale per l'acquisizione di conoscenze ed abilità nelle attività formative previste dagli ordinamenti didattici dei corsi di studio (cfr. Decreto Ministeriale, 3 nov. 1999, n. 509). Non è altro che una misurazione matematica del tempo di apprendimento (e non della conoscenza) che ha contribuito all'ulteriore dequalificazione della didattica. Esso racchiude la somma di lavoro che va dalla didattica frontale (apprendimento formale), allo studio a casa, fino all’acquisizione di skill e dispositivi pratici sui luoghi di lavoro (apprendimento informale). Non importa dunque l'acquisizione di un metodo, o una complessiva crescita culturale e personale, ma solo il riempimento di tempo “vuoto” con una serie di nozioni parcellizzate. Se dunque da una parte il credito formativo spinge ulteriormente in avanti il processo di mercificazione dei saperi (si pensi anche alle vergognose convenzioni con corporazioni di ogni tipo che le Università hanno sottoscritto per fare cassa, rese possibili proprio dall'introduzione del CFU), dall’altro contribuisce a creare uno standard comune di accesso al mercato del lavoro a livello europeo.

Così, l’ipotesi di “inflazionamento” dei CFU è paradossale e segna un arretramento delle nostre lotte: si dice di criticare il contenuto, ma non si tocca il contenitore. Piuttosto si collabora e legittima il sistema dei crediti, gli si conferisce credibilità presso gli studenti, e si portano, già nella fase della formazione, logiche baronali e di cooptazione, attraverso lo sviluppo di rapporti privilegiati con i docenti e con le autorità accademiche che devono riconoscere il “controcorso” (e che non hanno troppi problemi a farlo, visto che nel quadro di un assoggettamento totale dei percorsi curriculari alle esigenze del capitale, viene prevista quest'irrisoria valvola di sfogo: già la legge Ruberti del 1990 prevedeva attività formative autogestite dagli studenti; Zecchino consente poi che una piccolissima percentuale dei crediti formativi sia riservata ad attività formative autonomamente scelte dallo studente – cfr. stesso Decreto Ministeriale). L'autoformazione con i crediti è così perfettamente compatibile con le esigenze dei poteri accademici e economici, non li scalfisce, ma anzi li rafforza, svolgendo la funzione di moderare le lotte.

L'unica posizione possibile e necessaria è quella di lottare senza ambiguità per l'abrogazione del sistema dei crediti, portando avanti iniziative culturali, incontri, dibattiti davvero autogestiti e orientati in modo antagonista; non facendo tesoro di qualche “lezione” calata da professori o da ricercatori in cerca di visibilità, ma del confronto orizzontale fra i soggetti mobilitati e con soggetti esterni alle università, come lavoratori, migranti, realtà di movimento. Non si tratta insomma di rinchiudersi nelle aule privilegiate del “sapere”, ma di rendere l'Università un luogo di transito per le lotte aperte nelle metropoli e nei territori. Perché l'università non è degli studenti, è, o dovrebbe essere, di tutti, al servizio della collettività.

Bisogna quindi anche mettere in questione tutte quelle proposte volte a sgravare lo Stato dagli oneri del sistema formativo. Si pensi alla spinta pubblicitaria verso i prestiti d'onore, che mirano a far acquistare allo studente il proprio “pacchetto formativo”. Viene caldamente “proposto” allo studente di indebitarsi, per avere la speranza che con la laurea trovi un lavoro ben remunerato, che possa estinguere il debito contratto nei confronti del finanziatore (che può essere una banca, ma anche un'azienda alla quale ci si lega fideisticamente). Così è lo studente che investe su se stesso, con buone prospettive di finire doppiamente ricattato: dal padrone a lavoro e dal “finanziatore” del prestito d'onore. Un tale sistema (proprio come quello dei mutui “drogati”) è in crisi persino negli stessi paesi dove è più radicato, e ha come principali conseguenze l'esclusione sociale, la ricattabilità dello studente, il suo indottrinamento forzato, la spinta a una competizione feroce con i suoi compagni.

Anche i tentativi di abolizione del valore legale del titolo di studio, supportati non a caso da grandi multinazionali, vanno in questo senso. In generale l'obbiettivo del capitale è quello di costruire da un lato un'Università di massa adeguatamente dequalificata, dove si sfornano lavoratori a basso costo, esposti alla precarietà, costretti a cicli di formazione continua e a pagamento (master, corsi di specializzazione etc), che possano rappresentare un “esercito di disoccupati” disperati e in competizione fra loro, e dall'altro lato di creare invece pochi luoghi di formazione altamente selettivi in cui si forma la classe dirigente solidale alle sue esigenze. Da questo punto di vista l'“emergenza”, lo “spreco” e la “meritocrazia” sono i paraventi ideologici con cui si cerca di veicolare riforme che in effetti rafforzano proprio l'arbitrio baronale e la dequalificazione dell'Università pubblica.

Per questo motivo un altro punto cruciale sul quale si è concentrata l’attenzione del movimento è quello della trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato. Una tale possibilità, che per molti atenei diventerà obbligo, comporterà da una parte che l’ingresso dei privati nei dipartimenti diventerà sempre più stabile, dall’altra che quei corsi di laurea che non rispondono a “criteri di produttività” verranno tagliati limitando inevitabilmente la libertà di studio nonché quella di insegnamento e ricerca. In generale, la trasformazione delle università in fondazioni, che è l'estremo effetto della privatizzazione (non si incide più con riforme curriculari o con una generica collaborazione con soggetti privati, ma tagliando nettamente i fondi, e costringendo dunque gli atenei a immettere al loro interno le uniche realtà capaci di erogare liquidità), non farà che aumentare le molteplici contraddizioni in cui l'università è inserita. Contraddizioni articolate su più livelli: fra logiche baronali e politico-clientelari; fra le diverse cordate d'interesse; fra il personale tecnico amministrativo e le dirigenze accademiche; fra le masse sempre più numerose di studenti esclusi dai livelli più alti della formazione e i meccanismi sempre più rigidi di selezione, repressione e controllo; fra le aspettative professionali degli studenti che completeranno il proprio percorso di studi e la loro crescente dequalificazione; fra i capitali stessi, in competizione per assicurarsi corsi di laurea favorevoli e “prestazioni d'opera vantaggiose”; fra Dipartimenti Atenei, Centri di ricerca, in opposizione, contro il buon senso e le pratiche di condivisione in uso fino a qualche decennio fa nella ricerca pubblica, per la registrazione di un brevetto o per accaparrarsi una fetta più grande di finanziamenti.

In questo quadro gli stage ed i tirocini sono un altro aspetto del riassetto dell’istruzione tutta, in funzione del mercato: acquisire conoscenze, attraverso la pratica sul posto di lavoro, è considerato formativo per gli studenti fin dalle scuole medie superiori. Ancora una volta, viene cancellata persino la parvenza di una cultura critica e slegata da logiche aziendalistiche: se da un lato parliamo di prestazioni di lavoro gratuite che permettono, in molti casi, di abbassare i costi per il personale di università e aziende non assumendo per gli incarichi coperti da stagisti, dall’altro il costo della formazione dei soggetti in ingresso (prima integralmente a carico dei privati) viene scaricato sulla collettività.

Stage e tirocini si delineano, quindi, come ulteriore ricatto per i lavoratori, in una fase in cui aumenta giorno dopo giorno il numero dei disoccupati, dei cassa-integrati e dei licenziati e in cui peggiorano visibilmente le condizioni di lavoro dello stesso personale nelle scuole e nelle università: si pensi all'esternalizzazione dei servizi, delle mense, delle biblioteche, che vengono affidate a imprese appaltatrici o subappaltatrici le quali non applicano ai lavoratori nemmeno le poche tutele tradizionali, e su cui il pubblico non ha più alcun controllo (con conseguente aumento del costo dei servizi e diminuzione della qualità).

Alla questione della mercificazione dei saperi è strettamente legato il modo in cui si configurano la didattica ed i suoi tempi nelle nostre aule: il voto, la lezione frontale, i ritmi serrati delle lezioni, sono strumenti che non permettono la fruizione di una cultura che possa realmente formare soggetti critici, ma contribuiscono a riprodurre l’ideologia dominante di cui l’università si fa portatrice. È per questo che non ci si può richiamare a cuor leggero al Trattato di Lisbona o alla Carta europea della Ricerca: questi sono piani per la costruzione di una ricerca funzionale allo sviluppo capitalistico ed a essa subordinata, non certo per lo sviluppo di un sapere libero.

Da questo punto di vista è importante ribadire come per “ricerca pubblica” non si intenda una ricerca genericamente finanziata dallo Stato e non dai privati, ma una ricerca che sia a beneficio della società. Una tale ricerca implica un cambiamento radicale della nostra società, della sua organizzazione politica e sociale. Oggi, anche laddove i fondi sono pubblici, la ricerca ha preso strade che devono assolutamente essere contestate. Sono infatti pesanti le responsabilità del mondo accademico nel prestarsi a fornitore di servizi per l'industria bellica, finendo per essere un utile strumento al servizio delle politiche imperialiste di guerra. E ancora, didattica e ricerca vengono oggi finalizzate allo sviluppo di prodotti farmaceutici, chimici, informatici, che saranno poi brevettati da quelle stesse aziende che ne ricaveranno profitti. Nel campo delle scienze umane questo vuol dire sviluppare sistemi di analisi e controllo, tecniche di promozione pubblicitaria, funzionali all'integrazione, alla spettacolarizzazione, al disciplinamento di vasti settori sociali potenzialmente conflittuali. Nel campo storico-letterario i condizionamenti dei fondi nazionali ed europei permettono una riscrittura della storia e della cultura a vantaggio delle esigenze attuali della classe dominante.

Per quanto riguarda il ruolo nella lotta dei dottorandi e dei ricercatori, soggetti chiamati in causa in prima persona in questo processo di ristrutturazione dell’Università e dello stato sociale, è per loro naturale, o dovrebbe esserlo, trovarsi alleati agli studenti. Come questi ultimi, essi subiscono una selezione di classe, che lascia a pochi la possibilità di andare avanti negli studi e di permettersi lunghe “attese”; per di più essi soffrono anche quei meccanismi di cooptazione e baronato che limitano la libertà della ricerca, ancor più minata dall’ingresso dei privati, con la possibilità (non remota e già presente in alcune facoltà scientifiche) che si ricerchi direttamente su commissione.

È per questo complesso di motivi che non si può parlare di “centralità del capitale cognitivo” o di funzione trainante dell'Università all'interno delle lotte. Non bisogna lasciarsi ingannare da formule demagogiche: da un lato bisogna riconoscere che il lavoro cosiddetto manuale non ha avuto né il tempo né l’agio di sviluppare teorie sulla sua centralità, anzi, è stato fatto sparire dall'informazione e dal dibattito culturale, con la complicità proprio delle elucubrazioni postfordiste; d'altro canto bisogna riconoscere che esso ha sempre di più assorbito funzioni intellettuali (cfr. il problem solving nei processi produttivi, a cui gli operai partecipano quotidianamente), mentre il lavoro “cognitivo” è spesso basato su precise funzioni materiali (cfr. le mansioni amministrative svolte da molti dottorandi e ricercatori). Nel rispetto delle specificità e delle condizioni concrete di vita, bisogna notare che le figure lavorative sono quindi inserite nello stesso ciclo produttivo: entrambe concorrono alla valorizzazione delle merci, entrambe sono esposte a processi di precarizzazione, entrambe vengono private di contratti collettivi nazionali e dei diritti sociali (quali quelli alla casa, alla pensione etc). Le risposte che il capitale ha dato alla sua crisi trentennale hanno tentato in ogni modo di frammentare la classe, opponendo artificialmente il lavoro “cognitivo” al lavoro “manuale”, offuscando i confini spesso molto labili che circoscrivono i due ambiti, e cooptando il primo con privilegi di casta e fornendogli un certo status. Per questo, anche se nel mondo della ricerca ci sono alcuni soggetti in attesa di “inserimento”, o che potranno sempre trovare un remunerato impiego nelle aziende, bisogna rilanciare una larga lotta unitaria fra i tanti che di questa proletarizzazione e scomposizione di classe patiscono le conseguenze.

Si è così giunti a una riflessione più larga sulla connessione che bisogna instaurare fra i diversi ambiti del conflitto sociale. La presenza di esponenti dei movimenti territoriali è stata fondamentale per trovare il legame con le lotte contro la devastazione ambientale e lo scempio territoriale. Non è un caso che nella stessa legge 133/08 sono contenuti, oltre ai tagli all’università, anche le misure di privatizzazione dell’acqua e i finanziamenti per l’energia nucleare. È lampante il nesso che lega lo smantellamento dell’istruzione e dello stato sociale all’attacco all’ambiente e ai territori, soprattutto se si considera, ancora una volta, il ruolo che la ricerca svolge (per volontà del pubblico o del privato) nella devastazione e nello sfruttamento ambientale, e la funzione assolta dai partiti e dai sindacati confederali (in continuità con i ben noti meccanismi clientelari, e spesso persino in collusione con mafie e camorre) nel portare avanti logiche di profitto.

Di fronte alla crisi e al massacro che sta producendo, lavorare sulle contraddizioni, iniziando a fare un discorso che miri dalle nostre università a costruire un lavoro politico che non sia studentista o corporativo, ma abbia la forza di collegarsi alle lotte di tutti gli altri settori che pagano questa organizzazione economico-sociale è dunque una necessità. L’obiettivo di tutti i partecipanti all'assemblea è dunque quello di lavorare nella prospettiva di un confronto stabile tra lavoratori e studenti (che sono lavoratori in formazione, lavoratori di oggi e di domani), assolutamente svincolato dalle pratiche concertative di alcuni sindacati e partiti. Per questo motivo, è stato ritenuto fondamentale proporre la costruzione di assemblee con altre realtà autorganizzate non studentesche per provare a generalizzare realmente le lotte e tendere col tempo ad allargare sempre di più i nodi del conflitto.

In conseguenza di ciò, partendo dalle nostre specificità locali, abbiamo deciso di creare una rete di realtà studentesche che abbia un respiro nazionale, ma che guardi anche alle proteste che si sviluppano, contro le medesime riforme e attacchi, su un piano internazionale. Intendiamo così coordinare in modo efficace le nostre lotte e dare uno sbocco politico alle analisi condivise, dotandoci degli strumenti più opportuni ed efficaci. Tra questi, abbiamo individuato un sito internet, che funzioni come portale di collegamento nonché come mezzo di comunicazione politica, punto di riferimento per quanti, quotidianamente, lottano nella nostra stessa prospettiva. L’autorganizzazione, in questo senso, è stata argomento centrale ed è emersa come caratteristica fondamentale per costruire una struttura orizzontale che riesca a porre nell’agenda politica una pratica realmente conflittuale e di classe. Per aprire da ora, e nei prossimi anni, un lungo ciclo di lotte sociali. Per osare combattere, e osare vincere.

Roma, 14 dicembre 2008

RETE DELLE REALTÀ STUDENTESCHE AUTORGANIZZATE

domenica 21 dicembre 2008

Libertà per Muntazer al Zaidi!!! Fuori gli USA dall'Iraq!!!

Per il bene dell'Iraq, per il valore del gesto, per la ribellione all'occupazione coloniale, per il coraggio di un grande uomo e giornalista (al contrario dei nostri viscidi servi e impostori), Muntazer al Zaidi, invitiamo a sottoscrivere questa petizione per liberare il giornalista detenuto nelle prigioni irachene per aver tirato le scarpe contro l'assassino del suo popolo.

mercoledì 17 dicembre 2008

IL PD, I FURBETTI E I CORROTTI

Non poteva mancare su questo blog comunista una riflessione sulle vicende che vedono protagonista il PD, o meglio la Magistratura che in più parti d'Italia sta mettendo sotto torchio il partito di Walter l'americano e i suoi soci. Per molto tempo ho resistito alla tentazione di farlo, infastidito al solo nominarli, sentirli sparare cazzate sui media e per non rovinarmi la digestione.
Ma tanto grandi sono gli eventi che non si poteva non considerarli, che fanno ormai dire con certezza che il PD ha assunto i comportamenti che furono del Pentapartito degli anni Ottanta, con la differenza, non di poco conto, che non esiste più un grande partito che poteva permettersi il lusso di porre la "questione morale" come grande questione sociale e politica nazionale, essendo il Partito Comunista Italiano allora largamente composto di persone oneste (certo in un partito così grande, con il sostegno di un italiano su tre, qualche mela marcia ci sarà pur stata), che facevano della propria diversità un vanto, un segno distintivo nei bui anni della "Milano da bere" di craxiana memoria. Ma cosa è successo agli eredi di quella formazione politica? Semplicemente che avendo abbandonato gli ideali, volendo sempre più assomigliare agli altri, alla fine ci sono riusciti: rinnegandosi del tutto, di abiura in abiura (tentando anche di riabilitare Craxi stesso, o , peggio ancora, le motivazioni di chi scelse la Repubblica fascista di Salò - ma questo è un altro livello) hanno finito per essere del tutto uguali agli altri, che erano i corrotti della Prima Repubblica.
L'elenco delle inchieste, degli scandali, è imbarazzante: già all'epoca di Bancopoli, nella vicenda dei "furbetti del quartierino", il coinvolgimento di D'Alema e Latorre in primis avrebbe suggerito una seria riflessione, finchè poi si è finita quasi per dimenticare questa vicenda, E allora eccoci nell'autunno 2008 con una serie impressionante di inchieste che toccano gli enti locali, con indagati dirigenti regionali e nazionali: senza fare l'elenco, che è davvero senza fine, quello che emerge è l'intreccio perverso tra politica e affari, di favori e corruzione, che può solo produrre rabbia. E in effetti in Abruzzo i risultati si vedono: perdono il14% dei voti in pochi mesi, praticamente stanno sul 19%, e pensate cosa poteva succedere se si fosse saputo del sindaco di Pescara e delle vicende di Napoli di queste ore. E' una vergogna che fa incazzare, che consente a Berlusconi (che dovrebbe solo tacere in materia di processi, visto l'impegno del PDL a cambiare le leggi in base alle esigenze dei suoi processi, uno schifo di dimensioni mondiali - e basta pensare alla Sicilia e a Catania sull'orlo del fallimento per far capire di che pasta sono fatti i "destri) di sfruttare questa occasione per portare a termini i suoi disegni eversivi e piduisti e sottomettere la Magistratura al potere politico (con i poveri in galera, i grandi delinquenti, narcotrafficanti e mafiosi magari nei ministeri). Se anche il PD si accodasse alle esigenze di riforma (prepariamoci a difendere la Costituzione, che al piduista va sempre più stretta) del Cavaliere, il quadro sarebbe chiaro nella gravità assoluta: un paese in crisi recessiva, senza speranza, con la fuga dei migliori all'estero, un paese per scorribande di criminali di alto livello, con pezzi di territorio dominato dalle varie mafie colluse con la politica. Un paese condannato e pericoloso (soprattutto per chi lavora, visto che ne muore uno ogni 7 ore), dove si vive sempre peggio, con precariato, stipendi e salari ridotti al minimo , pensioni da Terzo Mondo (per chi comunque è fortunato che ne ha una) e raccomandazioni con ricatti a tutti i livelli. Insomma una tragedia: chi ha votato in buona fede questi signori, credendo ingenuamente che fossero un'alternativa a Berlusconi, si ribelli e mandi al diavolo questi cialtroni: una parte della nostra società è in fermento, i ragazzi dell'Onda e i lavoratori in sciopero lo hanno dimostrato. Ripartiamo dai lavoratori, dai disoccupati e dai precari, che se ne vadano al diavolo questi servi benestanti e grassi del potere. IMPEDIAMO A QUESTA GENTE DI METTERE MANO ALLA COSTITUZIONE NATA DALLA RESISTENZA!!!

martedì 16 dicembre 2008

"Questo è il bacio di addio del popolo iracheno, cane!!!"

Un giornalista sconosciuto, un iracheno che non sopportava l'occupazione militare angloamericana del suo paese, i morti e lutti inflitti da una guerra promossa da un criminale sanguinario Presidente degli Stati Uniti, individuo spregevole a capo di un'Amministrazione di farabutti, George W. Bush, ha lanciato le sue scarpe verso uno degli uomini più potenti del pianeta, burattino delle banche e del complesso militar-industriale: un gesto che colpisce per il disprezzo che esprime, l'offesa più grande che nella cultura araba può essere fatta ad un uomo. Muntazar al-Zaydi, racconta Repubblica in questo articolo , è stato un comunista che dopo l'invasione del suo paese aveva preso una posizione netta contro l'occupazione coloniale, schifato dalle nefandezze compiute dai militari americani. Lui, per questo gesto rischia sette anni di carcere, e di lui, picchiato in mondovisione dagli uomini della sicurezza, già non si hanno più notizie. Il Presidente più fallimentare della storia americana, ammettendo che l'occupazione è stata un "errore", se ne andrà invece a passare il resto della sua vita nel suo grande ranch texano: un criminale di guerra, un genocida, uno che ha condannato a morte le popolazioni afghane e irachene invece si godrà in pace le sue enormi ricchezze. Compito nostro dovrebbe essere di far in modo che venga tradotto insieme ai sui complici davanti ad un Tribunale internazionale per i crimini di guerra in Iraq, che venga giudicato per quello che ha compiuto a danno di un popolo civilissimo che merita ogni stima.

giovedì 11 dicembre 2008

"HIGH OCTANE CAPITALISM AHEAD" ovvero il pugno allo stomaco ricevuto leggendo Paolo Barnard

Leggendo Comedonchisciotte, coraggioso blog di informazione alternativa, ci si imbatte in un post dal blog di Paolo Barnard, che non può lasciare indifferenti. La prima sensazione che si ha è quella del pugno allo stomaco: la constatazione, buttata giù con parole dirette, della vittoria totale del Capitalismo dei Beni di Consumo nei confonti di qualsiasi alternativa di sistema. Paolo Barnard raccota di un manifesto eloquente di Forbes , sfacciato nelle celebrazione della vittoria; una vittoria così totale che nessun messaggio lanciato in più di due secoli di storia, con tutto quello che è accaduto, gli è sopravvissuto. Esiste solo la dimensione del consumo, con i suoi riti, le sue scadenze, la sua ansia provocata, e tutta la vita non è altro che una scansione di tempi decisa da alcuni personaggi di destra, alcuni dei migliori pensatori del pianeta, che, assoldando le classi dirigenti, disponendo di mezzi finanziari illimitati, ragionando disciplinati e compatti, per molti anni, con il solo scopo di costruire un sistema talmente totalitario da far impallidire i vecchi regimi del Novecento, hanno edificato una società con un consenso elevatissimo proprio nelle masse popolari. Barnard, giustamente, ponendosi il problema dell'egemonia di tale "pensiero unico", individua alcune possibili iniziative, come lo studio e la stessa disciplina usata dagli avversari, la pazienza e, purtroppo per noi (perchè questo è veramente difficile) la necessità di avere una fonte di finanziamenti per poter mettere su questo "esercito" di pensatori, in modo da poter iniziare un paziente lavoro tra i popoli del pianeta, per trovar il modo di convincere milioni di persone a cambiare stile di vita.
Mi permetto qualche osservazione sui un ragionamento che largamento condivido: è vero, le persone oggi, nonostante le difficoltà, indottrinate dalla pubblicità, invogliate in ogni modo a consumare (anche con una marea di debiti) finchè possono spendono. Ma non credo che questa sia una crisi passeggera, si parla di una ristrutturazione globale dell'economia, che sicuramente lascerà numerosi lavoratori nella disoccupazione: quello che bisogna vedere è quale è il limite di rottura degli equilibri, perchè già in Grecia questo limite è stato superato (in realtà gli scontri erano già iniziati prima della morte di Grigoropoulos). La morte del quindicenne ha incendiato una società già carica di tensioni sociali, che ovviamente sono esplose alla prima occasione. Quello che potrebbe succedere però, è una sorta di serie di manifestazioni di violenza e rabbia incontrollabili, senza alcuna speranza di cambiare le cose, solo gesti di disperazione che portano a guai ancora più grossi. Questo accade se non si hanno progetti politici e sociali alternativi: la società del consumo abbaglia, è bella, colorata, seducente, e se tu non puoi accedere a tanto benessere, a cui eri abituato, se non arrivi a fine mese, è chiaro che vivi nella preoccupazione e nella frustrazione, pronto ad esplodere alla prima occasione. E questo è estremamente pericoloso se non ci sono alternative praticabili (fa solo il gioco di chi comanda). Insomma, quello che abbiamo davanti, è il classico tema dell' egemonia (definita da Antonio Gramsci come dominio culturale di un gruppo o di una classe che «sia in grado di imporre ad altri gruppi, attraverso pratiche quotidiane e credenze condivise, i propri punti di vista fino alla loro interiorizzazione, creando i presupposti per un complesso sistema di controllo"); proprio per questo mi chiedo se quel gruppo di intellettuali e di attivisti disciplinati che Barnard auspica, dediti allo studio e a questa "guerra di posizione", non potrebbe essere un nuovo partito comunista, una vera e propria nuova internazionale, una nuova forza politica dei lavoratori alleati agli intellettuali che non getti alle ortiche quanto di buono c'è stato nella storia del movimento operaio del Ventesimo Secolo.



sabato 6 dicembre 2008

Alla memoria degli operai della ThyssenKrupp, ammazzati e sacrificati per il profitto della loro azienda

Da acuto osservatore della condizione operaia, analista fine delle contraddizioni del sistema, Karl Marx scrisse questo pezzo di rara umanità e intelligenza nel libro terzo del Capitale:
"Il modo di produzione capitalistico, come da un lato permette lo sviluppo delle forze produttive del lavoro sociale, dall'altro spinge all'economia dell'utilizzazione del capitale costante (cioè mezzi di lavoro e materie prime).
Tuttavia non solo esso rende reciprocamente estranei e indifferenti da un lato l'operaio, che rappresenta il vivo lavoro, dall'altro l'utilizzazione economica ovvero razionale delle condizioni di lavoro. Per giunta, in conformità alla sua natura piena di contraddizioni, esso arriva a comprendere tra i mezzi per risparmiare capitale costante e quindi accrescere il saggio del profitto lo sperpero della vita e della salute dell'operaio e il peggioramento proprio delle sue condizioni di esistenza. Dato che l'operaio dedica la maggior parte della propria esistenza al processo produttivo, le condizioni di quest'ultimo rappresentano per lo più le condizioni del processo attivo della sua esistenza, le sue proprie condizioni di vita; risaparmiare nel campo di queste condizioni di vita è un metodo per aumentare il saggio del profitto, esattamente come [...] l'eccesso di lavoro, la trasformazione dell'operaio in animale da lavoro, è un metodo per accelerare l' autovalorizzazione del capitale, la produzione del plusvalore. Tale economia arriva sino al punto di sovraffollare gli operai in ambienti angusti, malsani, il che con parole capitalistiche viene chiamato economia di costruzione; ad ammassare macchine pericolose negli stessi locali, senza opportuni mezzi di protezione contro tale pericolo; a dimenticare misure precauzionali nei processi di produzione che in genere siano dannosi alla salute o comportino rischi, come nelle miniere ecc. Per non parlare poi della mancanza di qualunque provvidenza destinata a rendere più umano il processo produttivo, a renderlo gradevole o almeno sopportabile. Questo da un punto di vista capitalistico sarebbe uno sperpero inutile e sciocco".
K. Marx, "Il Capitale", vol. III, Sez. I, "La conversione del plusvalore in profitto".
Dedicato alla memoria degli operai della ThyssenKrupp e ai morti sul lavoro!!!!

mercoledì 3 dicembre 2008

Giornata di Protesta contro la legge ammazzablog

Questo blog aderisce alla giornata di protesta contro la legge ammazzablog e contro le proposte fascistoidi di censura del libero pensiero. Il blog ha le scritte nere appositamente per l'evento: intanto il presidente del Consiglio pensa di regolamentare la rete; l'allarme e la protesta devono impedire a questo massone piduista di tapparci la bocca

giovedì 13 novembre 2008

ATTACCO VILE E SQUADRISTA ALLA CGIL

Come nel ventennio, come a bui tempi nei quali questo paese finì sotto la dura e criminale dittatura fascista, con assalti a persone, Camere del Lavoro, sindacalisti, socialisti e comunisti, in questi giorni si assiste a una pericolosa escalation delle violenza squadrista, con il silenzio complice come allora delle autorità, che li lasciano fare tranquillamente, autori di una nuova strategia della tensione. Questa volta è toccato alla CGIL scuola a Roma e alla Camera del Lavoro di Brescia subire l'irruzione di Azione Studentesca, organizzazione della vecchia Alleanza Nazionale, quindi ora nel PdL, che non dimentica dei metodi degli avi fascisti del Ventennio, della strategia della tensione degli anni Settanta, provoca alla vigilia della manifestazione nazionale che gli universitari terranno domani a Roma. Ci auguriamo che non si siano messi in testa di ripercorrere strade che hanno portato al disastro il popolo italiano, ma tutto lascia pensare il contrario. C'è da registrare il silenzio imbarazzante del Partito Democratico, reo di avere addormentato le coscienze democratiche, di aver sdoganato i fascisti: venti anni fa si sarebbe scesi in piazza, volantinato, presidiato sezioni e camere del lavoro, ma ora nulla. Purtroppo il male che questi hanno fatto alla classe operaia si deve ancora misurare nella sua vastità (per questo vorranno censurare i bloggers, per non sentirsi ricordare scomode verità?).
Ci auguriamo, come ha ben detto Epifani, che nessuno caschi in questa provocazione, che è proprio quello che stanno cercando i fascisti per poter permettere la repressione (Cossiga insegna!!).

mercoledì 12 novembre 2008

Legge Ammazzablog, opponiamoci all'ennesimo tentativo!!!

Internet è un mezzo potente, potentissimo, inedito, che sta cambiando in maniera definitiva il modo di comunicare: è un mezzo talmente potente che è ormai in grado di presentarsi come alternativa reale alla vecchia TV generalista, bugiarda, il più delle volte superficiale, meschina, noiosa. Sulla rete stanno nascendo fenomeni politici, il suo ruolo è stato determinante addirittura per l'elezione di un Presidente americano: un luogo dove chiunque può dire la sua. Una enorme intelligenza collettiva, milioni e milioni di bloggers, al cospetto di sette (e sono solo sette) canali della vecchia TV analogica, controllati da una sola persona. I blog sono milioni, scritti da milioni di intelligenze che mettono in rete tutte le idee e passioni possibili, dalle più discutibili alle più interessanti e nobili. Di questo mezzo, che ha scatenato grazie alla sua controinformazione una "onda" di proteste studentesche, nel quale si possono trovare tutte le informazioni che smascherano ogni forma di potere, che si trova a essere messo in discussione continua, perpetua, da persone che non hanno perso il gusto nè di lottare nè di confrontarsi con la realtà, il Governo e la finta opposizione in Parlamento, tranne alcune lodevoli eccezioni, hanno capito da tempo la portata. Fateci caso: ogni volta che qualche fatto di cronaca nera intercetta la rete, come nel caso delle stragi in America o in Finlandia, per non parlare di cose peggiori, un servizio dei tg tenta di screditare Internet, cercando di convincere la massa (che in Italia ancora in parte non può nè sa accedere alla rete) delle necessità di un controllo, di una censura. E squallidamente, ci riprovano: dopo la sconfitta dle primo tentativo con il Governo Prodi da parte dell'allora sottosegretario Levi, ora tenta il centrodestra, con la presentazione da parte dello stesso Levi, ossessionato dalla libera discussione (è un democratico, pensate che bel Partito quello di Veltroni che vuole la prerogativa di poter scrivere blog addomesticati e servili). Nella VII Commissione alla Camera si sta discutendo della necessità dell'iscrizione al ROC, Registro degli Operatori della Comunicazione, per potere avere un blog proprio: si vuole scoraggiare tutti, si cerca di censurare con una insopportabile e asfissiante burocrazia la libertà che la rete consente. Ma sono partite già le risposte, da facebook a due petizioni l'onda monta pure qui, le firme stanno aumentando. Facciamoci sentire, impediamo l'ennesima porcheria salva - politici ( e ammazza - libertà) di un potere sempre più in difficoltà e perciò arrogante e prepotente. Per aderire alle petizioni cliccate qui e qui.

lunedì 10 novembre 2008

Cosa stanno preparando i servizi segreti nel mese di Gennaio? Cosa dovrà affrontare Obama?

Da più voci dell'establishment politico ed economico americano, si rincorrono le voci di un qualche evento di portata gigantesca che potrebbe sconvolgere i piani dell'Amministrazione USA, una sorta di crisi annunciata in anticipo: non si sa se sarà un attentato terroristico oppure un evento in qualche paese straniero, ma l'autorevolezza di chi va dicendo ciò non può essere messa in dubbio: dal vicepresidente di Obama Biden, a Zbigniew Brzezinski, uno dei fondatori della Commissione Trilaterale, all'ex segretario di Stato americano, la bombardiera Madeleine Albright, all'altro ex-Segretario di Stato, colui che portò alle Nazioni Unite le "provette" della presenza di armi di distruzione di massa in Iraq, Colin Powell. Manca soltanto l'annuncio del quando e del dove, ma la cosa non ci deve far stare tranquilli. Viene da chiedersi cosa abbiano in mente, cosa stanno preparando, quale guerra vorranno scatenare. Speriamo solo che siano dei semplici avvertimenti di stampo "mafioso" al prossimo Presidente, che si limitino solo a questo...intanto, appunto, Al Qaeda (organizzazione terroristica, molto probabilmente una commistione di diversi servizi segreti), fa sentire la proprio voce. Strana coincidenza!!!

venerdì 7 novembre 2008

Obama Presidente, alcune considerazioni

L'elezione di Barack Obama a Presidente degli USA ci spinge al alcune riflessioni, vista l'enfasi posta sul cambiamento da molti di coloro che hanno affrontato questo tema.
E' sicuramente una grande novità l'elezione di un Presidente afroamericano in un paese che vede soprattutto negli stati del Sud un profondo razzismo, che ha visto la comunità nera protagonista di una storia travagliata di schievitù e umiliazioni, di difficile inserimento: soltanto nel 1954 nella sentenza della Corte Suprema del caso Brown contro il Ministero dell'Istruzione veniva pronunciata l'incompatibilità della Costituzione con la segregazione razziale. Successivamente al caso di Rosa Parks nel 1955 in Alabama, all'impegno del reverendo Martin Luther King si avrà nel 1964 il Civil Rights Act che tra le tante cose proibì la discriminazione e la segregazione negli uffici pubblici, nelle scuole, nei sindacati, nei luoghi di produzione e scambio interstatali o federali. Ma la lunga marcia dei neri verso la Presidenza sarà funestata dagli omicidi di Martin Luther King e di Malcolm X, dai roghi del Ku Kux Klan, ancora attivo oggi, e dalle innumerevoli condanne a morte subite per la mancanza di possibilità di difendersi in giudizio in maniera efficace.
Non ci sfugge questo fatto di portata storica: ma in quale ontesto Barack Hussein Obama diventa Presidente degli USA? Nel contesto di una crisi dell'economia reale e finanziaria che molto probabilmente è peggiore di quella del 1929, in una fase di recessione, con il paese impegnato in due guerre in cui la possibilità di vittoria è praticamente inesistente (la nuova guerra dell'oppio in Afghanistan, dove Obama vorrebbe aumentare la presenza militare USA, una delle parti indecenti del suo programma di politica estera; la guerra in Iraq, paese attraversato da una resistenza all'occupazione che sta rendendo vani gli sforzi di controllo del territorio). Ovviamente la parte peggiore del suo programma è quella che riguarda la questione palestinese, dove afferma lo status di Gerusalemme capitale indivisa dello stato di Israele (chi conosce le questioni mediorientali, sa che una proposta del genere è un vero atto di guerra alla popolazione palestinese e i suoi diritti e la fine del diritto internazionale - per la violazione delle risoluzioni dell'ONU, tra cui la n. 242 dopo la Guerra dei Sei Giorni e la 338 dopo la Guerra del Kippur): queste promesse sono state fatte alla lobby ufficiale pro - sionista americana, l'AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), che definisce Obama nel proprio sito "un grande amico di Israele".
Nessun impegno inoltre del Presidente è stato espresso sul pluridecennale e vergognoso embargo nei confronti dell'eroica isola di Cuba, baluardo di resistenza verso le prepotenze del gigante imperialista, il che fa pensare ad una mortificante continuità. Per non parlare della questione venezuelana e della situazione della IV flotta americana, riattivata in funzione di controllo e repressione delle spinte bolivariste e indipendentiste che stanno modificando il panoramapolitico latinoamericano: cosa deciderà su questo?
Non credo che sarà in grado inoltre di smascherare e sollevare il popolo americano dal peso del debito truffa nei confronti della Federal Reserve, come tentò di fare lo sfortunato predecessore Kennedy (è forse questa la causa del suo omicidio?) , con l'ordine 11110, che consentiva al Ministero del Tesoro di emettere moneta a scapito della FED, moneta che non generava debito per la nazione. Per capire come si muoverà e quale sarà il peso degli interessi industriali/bancari bisognerà attendere la nomina dei Segretari di Stato: sicuramente questi interessi e il capitale finanziario avranno un ruolo, non credo in una grande operazione di redistribuzione di ricchezza e di ricostruzione industriale attraverso una accurata programmazione, insomma sarà difficile che possa attuare una politica audace alla Roosevelt. Gli sarà arduo, a causa degli interessi delle assicurazioni, costruire un servizio sanitario pubblico, che una nazione come gli USA manca quasi del tutto (se sei povero, puoi tranquillamente morire che non hai praticamente alcun diritto di cura senza polizza) nonostante lo abbia promesso.
Per quanto la novità è importante, la diffidenza è d'obbligo: i Presidenti americani sono sempre stati al servizio di interessi forti, di gruppi di potere e società più o meno occulte (dalla Massoneria agli Skulls and Bones) , sempre dalla parte dei padroni, mai da quella del popolo. Sarà interessante vedere quanti membri del Council of Foreign Relation o della Trilaterale saranno in amministrazione, quanto sarà duratura l'influenza dei necon sui democratici.
Da tenere a menete le parole del suo vice Biden, che ha affermato che ci sarà qualcosa di grave, una crisi internazionale che lo metterà alla prova subito, una sorta di avvertimento strano che ha dell'inquietante. Viene da chiedersi: cosa stanno preparando? Un nuovo 11 settembre o peggio? Strana cosa, intanto la falsa sigla Al Queeda, classica operazione false flag dei servizi, è tornata a farsi sentire...

martedì 4 novembre 2008

Obama/McCain: in onda la farsa del potere americano

Due ottimi articoli apparsi sul sito comedonchisciotte, che trattano della farsa elettorale americana e delle pericolose illusioni che i media diffondono sul sistema americano e sui "pupazzi" Obama e McCain evidenziano due fatti importanti:
1) la totale inattendibilità del sistema elettorale USA, discriminatorio, favorevole ai due partiti e permeabile agli imbrogli dell'oligarchia bancaria e capitalista, guerrafondaia e ladra (per l'articolo cliccare qui);
2) tutti i buoni motivi per non votare il sionista, guerrafondaio, amico dei banchieri e dei capitalisti, il ripulito Obama, faccia gentile di un sistema spietato a antioperaio (cliccare qui per leggere l'articolo).
Ovviamente tra maratone relevisive e disgustosi talk show avremmo una indigestione vomitevole del teatro che si sta mettendo in piedi per far sembrare gli USA un paese democratico. Se avrete la pazienza di leggere gli articoli, vi potrete facilemente rendere conto di come funziona la messainscena elettorale. Ovviamente, è tutto ciò che i nostri giornali e media ci nascondono, impegnati da sempre a osannare l'imperatore americano da bravi servi...

domenica 2 novembre 2008

Piazza Navona: vile attacco fascista al movimento !!!

Come ci si poteva aspettare dopo le dichiarazioni di Cossiga, che ricordava i suoi metodi di infiltrazione negli anni Settanta, i fascisti odierni, squallidi servi del potere, hanno provocato a piazza Navona picchiando studenti inermi e minorenni, nel tentativo di far degenerare l'Onda nel senso auspicato da molti destri. Il tentativo è stato smascherato dai filmati e dalle foto, che vedono protagonisti questi avanzi di galera che dialogano con la polizia presente in piazza, che è intervenuta molto tardi, a dispetto di un camion bianco pieno di spranghe arrivato fino alla piazza stessa senza problemi. Il governo ovviamente ha raccontato i fatti come se questi squadristi fossero innocenti, distorcendo la realtà con la complicità di alcuni media; la risposta dei collettivi universitari è stata una conseguenza e non il fatto scatenante. Per approfondire cliccate qui.

domenica 26 ottobre 2008

GELMINI VATTENE!!!!

Questo blog aderisce e sostiene la lotta degli studenti, dalle elementari alle università, contro i tagli e l'attacco del diritto allo studio da parte del Ministro della Pubblica "Distruzione" Gelmini, che ha il compito di tagliare per privatizzare questo settore. A questa gente interessa solo che il popolo bue si formi vedendo le televisioni private per dementi, che il presidente piduista ha sapientemente costruito per distruggere il cervello di noi tutti. Ma c'è ancora chi a tutto questo si oppone: studenti, lavoratori, precari, che grazie a forme di lotta inedite e intelligenti stanno facendo impazzire il Governicchio e la stampa dei loro servi. Forza ragazzi, attenti alle provocazioni (le affermazioni di Cossiga insegnino), continuate così fino al ritiro di questi scellerati provvedimenti.

martedì 14 ottobre 2008

Il PD ovvero la vergogna italiana infinita

Apprendiamo dal sito della Rinscita della Sinistra, chel ’ex assessore alla cultura nelle giunte di centrosinistra - di Rutelli e Veltroni - Gianni Borgna, del PD, parteciperà assieme alla ministra giovane Giorgia Meloni e a Isabella Rauti, figlia di Pino (vecchio militante di Ordine Nuovo, organizzazione fascista che rivendicò numerosi attentati nella strategia della tensione, rinviato a giudizio per la strage fascista di Piazza della Loggia nel 1974; per saperne di più cliccate qui), ad un convegno sulla bellezza e sullo spirito dell'archiettura fascista, pardon razionalista, tra evocazioni dell'Opera Balilla ed altre infamie del genere. Quando si parla del PD ormai le cose non dovrebbero più stupirci: si sa chi sono e cosa rappresentino (banche e capitalisti), ma il disgusto di vederli accanto a vecchi e nuovi arnesi del fascismo italico "de noiantri" fa fare a questa sensazione di schifo un passo avanti, il rischio è proprio quello di rimettere. Militanti ex-comunisti, ex-sinistri, ex di tutto, svegliatevi, che il sonno della ragione genera mostri!!!!

venerdì 10 ottobre 2008

Ancora Marx.....

Nello sviluppo delle forze produttive si presenta uno stadio nel quale vengono fatte sorgere forze produttive e mezzi di relazione che nelle situazioni esistenti fanno solo del male, che non sono più forze produttive ma forze distruttive (macchine e denaro) e, in connessione con tutto ciò, viene fatta sorgere una classe che deve sopportare tutti i pesi della società, forzata al più deciso antagonismo contro le altre classi; una classe che forma la maggioranza di tutti i membri della società e dalla quale prende le mosse la coscienza della necessità di una rivoluzione che vada al fondo, la coscienza comunista, la quale naturalmente si può formare anche fra le altre classi, in virtù della considerazione della posizione di questa classe. (da "L'Ideologia Tedesca")

mercoledì 8 ottobre 2008

Karl Marx scriveva...

Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l’espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l’espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio. Gli individui che compongono la classe dominante posseggono fra l’altro anche la coscienza, e quindi pensano; in quanto dominano come classe e determinano l’intero ambito di un’epoca storica, è evidente che essi lo fanno in tutta la loro estensione, e quindi fra l’altro dominano anche come pensanti, come produttori di idee che regolano la produzione e la distribuzione delle idee del loro tempo; è dunque evidente che le loro idee sono le idee dominanti dell’epoca. ( da K. Marx, "l'ideologia tedesca")

lunedì 6 ottobre 2008

Crisi delle banche e saggio di profitto

Mentre in tutto il mondo si avvertono gli scricchiolii del sistema finanziario internazionale, del fallimento delle banche, dovuto all'impossibilità di reggere un sistema fondato su una quantità di prodotti finanziari basati sui debiti e ad alto rischio, una vera e propria truffa dove i banchieri aiutati dallo Stato metteranno le mani nei portafogli di tutti (per loro lo Stato deve intervenire, per chi perde il lavoro, per chi è disoccupato, pensionato o precario si sa, esistono sempre delle buone scuse per non elargire un euro - ma questa è uno degli aspetti di questa storia su cui bisogna riflettere) a me veniva in mente una legge scoperta da Marx nel libro terzo del Capitale, che potrebbe rendere questa crisi più gravi delle precedenti, ovvero la legge di caduta tendenziale del saggio di profitto, per cui un maggiore investimento in macchinari a scapito del lavoro, considerato che la genesi del valore è nella quantità di tempo impiegato per la produzione di una merce, determina dei profitti decrescenti in rapporto all'investimento stesso. Se si analizzasse approfonditamente la faccenda, con le brillanti considerazioni sulla disoccupazione tecnologica, la finanziariazzione dell'economia (in realtà connessa alla ricerca di posti dove produrre con un costo del lavoro ridotto - come le economie emergenti in Asia), cioè il tentativo di far denaro col denaro (insomma una forma di rendita parassitaria, incapace di generare ricchezza ma solo di divorarla), la generale sovrapproduzione di merci, per cui la capacità produttiva resta più alta della possibilità di venderle (si blocca insomma la rotazione del capitale, cioè la ritrasformazione completa dell'elemento merce in denaro, ovvero la fase M - D, per riprendere la produzione), capiremmo che cio troveremmo di fronte ad una crisi epocale, che ci imporrebbe una sola scelta: una vera e propria lotta per cambiare lo stato di cose, per superare l'economia di mercato, per buttare a mare i pescecani, borghesi e banchieri, che affamano i popoli, prima che risolvano la faccenda come hanno già fatto in passato: cioè scatenando una devastante guerra mondiale che sarebbe molto peggiore delle precedenti.

giovedì 25 settembre 2008

Alitalia: tutto lo schifo e il peggio di questo paese

Che questo è un paese particolare ce ne siamo accorti già da tempo, ma che si arrivasse a tale insulsaggine veramente ci fa schifo. I capitani coraggiosi della CAI, noti per essere dei finanzieri con capitali all'estero, come ha ben detto Marco Travaglio ad AnnoZero, senza uno straccio di piano industriale vero, con l'intervento di un Governo che ha violato tutte le norme del mercato e grazie al mitico Veltroni, uno dei personaggi che ci tocca sopportare con tanti digestivi in questo povero paese, interessato all'affare per via della partecipazione di Colaninno, che dai tempi di Telecom è vicino al gruppo dirigente del PD (il figlio Matteo è ministro ombra del PD di Veltroni) hanno ripresentato la proposta, cambiata di qualche inezia, di acquistare la parte buona della compagnia, lasciando a noi contribuenti debiti ed esuberi, socializzando le perdite, privatizzando i profitti. E la CGIL di fronte al massacro, ai ricatti di Walter (che compra case in America), alle pressioni del Governo che rischiano di massacrare il contratto nazionale di lavoro cosa fa? Ma ovvio, accetta!!! Il tempo permetterà di valutare le conseguenze di questo fatto, cioè se basterà una minaccia di crisi per poter ottenere salari ridotti ed esuberi a volontà. Ad essere pessimisti, la svolta di questi giorni potrebbe essere come la fine della occupazione della FIAT nel 1980, cioè un punto di non ritorno e una sconfitta epocale che si trascina fino ad oggi, di cui il precariato e i bassi salari non sono che la conseguenza finale; ma l'attacco della classe borghese, in un periodo di crisi economica, alla classe lavoratrice (ormai a destra, rimbecillita dalla TV del nano massone, piegata e tradita dagli ex - comunisti come i piddini) potrebbe essere ancora più virulento. Sinceramente, speriamo di sbagliare!!

venerdì 19 settembre 2008

Alitalia: unica via, nazionalizzarla!!!!

Dopo il fallimento della cordata degli imprenditori "coraggiosamente assistiti", non resta che nazionalizzare la compagnia; invece di dividerla in good o bad company, accollandone i debiti allo stato, cioè a tutti noi, non conviene che sia lo Stato a gestirla? Solo così non si fa un regalo ai capitalisti privati e straccioni italiani e non la si svende ad una compagnia estera. Sarebbe il tempo di rilanciare, visti i guai dell'economia, una nuova IRI che rinazionalizzi interi settori industriali e finanziari, rilanci un vero piano di sviluppo industriale del paese; sbarazziamoci dei liberisti criminali che ci hanno governato fino ad ora, cioè i due grandi ed uguali partiti, il PDL e il PD, che ci stanno portando alla fame (nella vicenda Alitalia comunque, la colpa è tutta del centro-destra, della sua demagogia televisiva e dei suoi legami con il mondo degli "affaristi" italiani).

venerdì 12 settembre 2008

Il PD e la legge elettorale fascista

Cosa non farebbe il PD per togliersi di mezzo i comunisti? Quale compromesso non raggiungerebbe con i massoni piduisti del Governo pur di mettere uno sbarramento che lo assicuri da una scontata ennesima batosta elettorale? Pur di eliminare tutta la sinistra, come fece Mussolini, non esiteranno a svendere Costituzione e faccia pur di avere la tanto agognata legge elettorale. Sono come i fascisti, che iniziarono ad eliminare le opposizioni servendosi della legge elettorale; sono la cancrena del paese, stanno regalando la vittoria eterna a Berlusconi, sono una accozzaglia di gente che proviene chi dall'Opus Dei e dalla destra cattolica, chi dai socialisti, chi ex - comunista stra-pentito. Sono sempre pronti ad usare parole quale dialogo e ragionevolezza, (con il Partitò delle Libertà in pericolo) sono semplicemente ipocriti; sono dalla parte dei padroni e contro gli operai, sono i veri nemici del popolo, pronti ad allearsi con Totò Cuffaro pur di provare, secondo la loro nota capacità strategica, a rimontare e magari vincere fra cinque generazioni le elezioni. Sono parte in causa dello sfascio di questo paese, invece che di politica, si legge di più su loro nella cronaca giudiziaria, quando si parla di tangenti della sanità in varie parti di Italia; sono gli eredi del peggio della tradizione del partito socialista si Craxi, con la differenza che sono i migliori servi possibili degli americani. Speriamo che gli italiani si sveglino e seppelliscano questo schifoso partito sotto le macerie che esso stesso ha prodotto!!!

mercoledì 10 settembre 2008

Appello manifestazione 11 ottobre

UN’ALTRA ITALIA, UN’ALTRA POLITICA

Roma 10 settembre 2008

Le politiche aggressive del Governo di centrodestra, sostenute in primo luogo da Confindustria, disegnano il quadro di un'Italia ripiegata su se stessa e che guarda con paura al futuro, un Paese dove pochi comandano, in cui il lavoro viene continuamente umiliato e mortificato, nel quale l'emergenza è evocata costantemente per giustificare la restaurazione di una società classista razzista e sessista. Che vede nei poveri, nei marginali e nei differenti, i suoi principali nemici. Che nega, specie nei migranti, il riconoscimento di diritti di cittadinanza con leggi come la Bossi Fini che non solo generano clandestinità e lavoro nero, ma calpestano fondamentali valori di umanità.
Questa è la risposta delle destre alla crisi profonda, di cui quella finanziaria è solo un aspetto, che attraversa il processo di globalizzazione e le teorie liberiste che l´hanno sostenuto. Una risposta che, naturalmente, ignora il fatto che solo un deciso mutamento del modello economico oggi operante può risolvere problemi drammatici, dei quali il più grave è la crisi ecologica planetaria. Spetta alla sinistra contrapporre un´altra idea di società e un coerente programma in difesa della democrazia e delle condizioni di vita delle
persone. E´ una risposta che non può tardare ed è l´unico modo per superare le conseguenze della sconfitta elettorale e politica.
Ci proponiamo perciò di contribuire alla costruzione di un´opposizione che sappia parlare al Paese a partire dai seguenti obiettivi :
riprendere un'azione per la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra, oggi particolarmente acuti nello scacchiere del Caucaso. La scommessa è ridare prospettiva a un ruolo dell´Europa quale principale protagonista di una politica che metta la parola fine all'unilateralismo dell'amministrazione Bush, al suo programma di scudo spaziale e di estensione delle basi militari nel mondo, all'occupazione in Iraq e Afghanistan (dove la presenza di truppe italiane non ha ormai alcuna giustificazione), ma anche alla sindrome da grande potenza che sta impossessandosi della Russia di Putin;
imporre su larga scala un'azione di difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita, il quale causa un malessere che la destra tenta di trasformare in
egoismo sociale, guerra tra poveri, in un protezionismo economico del tutto insensibile al permanere di gravi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Di fronte alla piaga degli "omicidi bianchi" è necessario intensificare i controlli e imporre l´applicazione delle sanzioni alle imprese. Si tratta inoltre di valorizzare tutte le forme di lavoro: lottando contro precariato e lavoro nero, anche attraverso la determinazione di un nuovo quadro legislativo;
sostenendo il reddito dei disoccupati e dei giovani inoccupati;
ottenendo il riconoscimento di forme di lavoro informale e di economia solidale;
respingere l'attacco alla scuola pubblica, all'Università e alla ricerca, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva. E´ una vera e propria demolizione attuata attraverso un'azione di tagli indiscriminati e di licenziamenti, l'introduzione di processi di privatizzazione, e un'offensiva ideologica improntata a un ritorno al passato di chiaro stampo reazionario (maestro unico, ecc.). L'obiettivo della destra al governo è colpire al cuore le istituzioni del welfare che garantiscono l´esercizio dei diritti di cittadinanza. L'affondo è costituito da un'ipotesi di federalismo fiscale deprivato di ogni principio di mutua solidarietà;
rispondere con forza all'attacco contro le politiche volte a contrastare la violenza degli uomini contro le donne, riconoscendo il valore politico della lotta a tutte le forme di dominio patriarcale, dell'autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spazio pubblico e nelle scelte personali;
sostenere il valore della laicità dello stato e riconoscere diritto di cittadinanza alle richieste dei movimenti per la libera scelta sessuale e per quelle relative al proprio destino biologico;
sostenere le vertenze territoriali (No Tav, No Dal Molin, ecc.) che intendono
intervenire democraticamente su temi di grande valore per le comunità, a partire dalle decisioni collettive sui temi ambientali, sulla salute e sui beni comuni., prima fra tutti l´acqua. Quella che si sta affermando con la destra al governo è un´idea di comunità corporativa, egoista, rozza e cattiva, un´idea di società che rischia di trasformare le nostre città e le loro periferie nei luoghi dell´esclusione. Bisogna far crescere una capacità di cambiamento radicale delle politiche riguardanti la gestione dei rifiuti e il sistema energetico. Con al
centro la massima efficienza nell´uso delle risorse e l´uso delle fonti rinnovabili. Superando la logica dei megaimpianti distruttivi dei territori, del clima e delle risorse in via di esaurimento. E´ fondamentale sostenere una forte ripresa del movimento antinuclearista che respinga la velleitaria politica del governo in campo energetico.
Contrastare tutte le tentazioni autoritarie volte a negare o limitare fondamentali libertà democratiche e civili, a partire dalle scelte del governo dai temi della giustizia, della comunicazione e della libertà di stampa. O in tema di legge elettorale mettendo in questione diritti costituzionali di associazione e di rappresentanza. Si tratta anche di affermare una cultura della legalità contro le tendenze a garantire l´immunità dei forti con leggi ad personam e a criminalizzare i deboli.
Per queste ragioni e con questi obiettivi vogliamo costruire insieme un percorso che dia voce ad un'opposizione efficace, che superi la delusione provocata in tanti dal fallimento del Governo Prodi e dalla contemporanea sconfitta della sinistra, e raccolga risorse e proposte per questo paese in affanno.
L'attuale minoranza parlamentare non è certo in grado di svolgere questo compito, e comunque non da sola, animata com'è da pulsioni consociative sul piano delle riforme istituzionali, e su alcuni aspetti delle politiche economiche e sociali (come tanti imbarazzati silenzi dimostrano, dal caso Alitalia all'attacco a cui è sottoposta la scuola, dalla militarizzazione della gestione dei rifiuti campani alle ordinanze di tante amministrazioni locali lesive degli stessi principi costituzionali). Bisogna invece sapere cogliere il carattere
sistematico dell'offensiva condotta dalle destre, sia sul terreno democratico, che su quelli civile e sociale, per potere generare un'opposizione politica e sociale che abbia l´ambizione di sconfiggere il Governo Berlusconi. Quindi, proponiamo una mobilitazione a sinistra, per "fare insieme", al fine di suscitare un fronte largo di opposizione che, pur in presenza di diverse prospettive di movimenti partiti, associazioni, comitati e singoli, sappia contribuire a contrastare in modo efficace le politiche di questo governo.
Al tal fine proponiamo la convocazione per il 11 ottobre di un'iniziativa di massa, pubblica e unitaria, rivolgendoci a tutte le forze politiche, sociali e culturali della sinistra e chiedendo a ognuna di esse di concorrere a un´iniziativa che non sia di una parte sola. Il nostro intento è contribuire all´avvio di una nuova stagione politica segnata da mobilitazioni, anche territorialmente articolate, sulle singole questioni e sui temi specifici sollevati.

lunedì 8 settembre 2008

Il Ministro La Russa omaggia i fascisti dell'esercito di Salò

Vergogna, schifo, sdegno, questo è quello che si prova ad ascoltare le parole del Ministro della Difesa La Russa che ha commemorato in questa giornata i caduti della repubblica fascista, asservita ai tedeschi e ai nazisti, mettendo sullo stesso piano il cordoglio per i morti della Resistenza e quelli di Salò, presentati come dei patrioti. L'ex missino, che ha giurato sulla Costituzione nata dalla Resistenza, si sente legittimato a parlare di storia per la vittoria elettorale di aprile e insieme al sindaco ex missino Alemanno (che ha condannato solo le leggi razziali, lasciando intendere che quel regime ha commesso solo quell'errore - Vergogna!!!) rilascia dichiarazioni che dovrebbero portare ad un moto di ribellione civile. Invece la reazione del PD e dell'opposizione parlamentare è sottotono, inadeguata ad essere educati: si sa questi sono tempi di dialogo istituzionale, che non può essere turbato. C'è il programma della loggia P2 da portare a termine, bisogna massacare la giustizia, rendere impuniti i potenti, mica scherzi. Chissà, caro ministro La Russa, Matteotti e Gramsci saranno morti di freddo, in fondo nelle colonie e nell'impero abbiamo solo costruito ospedali e scuole, le alleanze con i nazisti e la seconda guerra mondiale sono solo un incidente di percorso. VERGOGNA!!!!!!

domenica 17 agosto 2008

Licenziato Dante De Angelis

Lui si occupa della sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri: risposta: LICENZIATO per la seconda volta. Dopo aver denunciato i guasti dei treni ETR 500 (nei giorni 14 e 22 luglio si sono letteralmente spezzati due treni durante le manovre) e la scarsa manutenzione il macchinista Dante De Angelis ha avuto notizia del licenziamento il giorno di Ferragosto al ritorno al lavoro, una barbarie che la dice lunga sulla natura vessatoria del provvedimento. Dante è un RLS, cioè un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza; ha fatto insomma bene il suo lavoro. Perciò contro il provvedimento di Trenitalia si è subito scatenato un putiferio sulla rete, sui giornali e sui TG nazionali e per questo si è attivata una petizione che ne chiede il reintegro immediato.

lunedì 11 agosto 2008

TG1, TG2, TG3: come il Cinegiornale Luce

Ormai è sempre più evidente la funzione di propaganda dei tre telegiornali RAI, che della Cina conoscono solo il Tibet dei monaci buddhisti (monaci schiavisti che hanno visto ridotto il loro potere dalla gloriosa rivoluzione cinese di Mao in poi) e grancassa delle provocazioni della CIA e degli occidentali. Così come è indegna la presentazione del conflitto giorgiano, causato dalla invasione da parte del piccolo satrapo filo - occidentale Mikhail Saakashvili (con il beneplacito di Condy Rice e del governo degli Stati Uniti) del piccolo territorio della Ossezia del Sud legata da sempre alla Russia. Mano a mano che i giorni passano, si sta facendo passare l'aggredito, cioè la Russia (la Georgia infatti aveva attaccato il piccolo contingente russo di interposizione in Ossezia) come aggressore, soltanto perchè la forza militare dei due contendenti è chiaramente in favore della Russia. Il piccolo satrapo in realtà e i suoi padroni americani hanno sbagliato i conti: troppo grandi sono gli interessi e la Russia di certo non mollerà. Di certo, dai telegiornali nazionali, sempre più anticomunisti viscerali (basti notare che quando si parla di Cuba gli interventi sono sempre dei nemici della rivoluzione: Carlos Franqui sul tg di RAI1 docet. Perchè non hanno sentito il dovere, per essere completi, di intervistare anche gli estimatori di Cuba come Gianni Minà?) e sempre più filoamericani come il nostro governicchio, ne sentiremo ancora delle belle!!! E poi parlano di diritti umani e di libertà di espressione, che in Italia come è noto ormai da tempo sono cose che non esistono (rispetta i diritti umani un paese come l'Italia che propone la schedatura con le impronte digitali dei bambini rom? oppure che rinchiude gli emigrati nei lager chiamati Centri di Permanenza Temporanea? e gli Stati Uniti da quando sono un modello di civiltà? forse ci dimentichiamo che hanno invaso Iraq e Afghanistan, che torturano i prigionieri nelle prigioni nascoste, che violano i diritti umani ormai senza pudore? Di questi temi, quando ne parliamo?)

venerdì 1 agosto 2008

Dopo il Congresso di Rifondazione

Dopo la sconfitta di coloro che vogliono un partito della rifondazione non più comunista, non più marxista (Vendola, Bertinotti & soci) spero che l'unità dei comunisti si faccia davvero, per affrontare una fase difficile, nella quale il p2ista Berlusconi, il padrone insomma, governa il paese servendosi delle sue potenti TV e dei media a lui asserviti. L'inesistenza dell'opposizione, con un PD servo soltanto degli interessi delle banche, delle multinazionali e degli Stati Uniti obbliga questo percorso. Due partitini comunisti non servono alla classe lavoratrice di questo paese. Ci auguriamo che prevalga il buon senso.

lunedì 21 luglio 2008

BARBARIE ISRAELIANA

L'organizzazione non governativa israeliana B'tselem ha diffuso ieri un video shock in cui appare un soldato israeliano che spara ad un palestinese. È una totale vergogna e rappresenta la violazione ennesima di ogni convenzione e diritto internazionale a cui Israele purtroppo ci ha da sempre abituati.

Unità dei Comunisti

L'appello lanciato dal segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto incontra il nostro più totale favore e l'auspicio che anche in Rifondazione vinca una linea del genere, anche considerando il fatto che purtroppo Vendola si ripropone di superare il partito comunista in una indistinta, fallimentare e utile solo al capitale "costituente di sinistra". Auspichiamo che nonostante la mozione Vendola sia di maggioranza relativa, le altre posizioni facciano pesare i propri voti per scongiurare l'ennesima Bolognina. È l'ora della chiarezza, è ora di sapere che è ancora convintamente comunista e chi invece abbraccia posizioni socialdemocratiche. I comunisti sparsi nei due partiti e altrove devono unirsi in un unico partito per poter riprendere la lotta, di cui c'è tanto bisogno. VIVA IL GRANDE PARTITO COMUNISTA!!! HASTA LA VICTORIA SIEMPRE!!!

sabato 28 giugno 2008

Sulla legge blocca_processi

DI MIGUEL MARTINEZ
Kelebek

Come probabilmente sapete, gira in rete questa denuncia.

Non ho né tempo né voglia di controllarne l'esattezza: nella mia esperienza, testi di questo tipo contengono facilmente errori e semplificazioni estreme (cosa sarà mai la "somministrazione di reati pericolosi"?).

Mi interessano però due punti.

Punto primo, la differenza radicale tra mediatizzazione dello scontro tra destra e sinistra, e la pratica della destra e della sinistra quando sono al potere.

Pensiamo all'elettore di sinistra, che temeva che Berlusconi avrebbe messo in ogni clinica legioni di ciellini armati di alabarde, per impedire gli aborti. E adesso passano pure gli aborti clandestini.

O pensiamo all'elettore di destra, che sperava che Berlusconi avrebbe liberato il paese dai ladri - spacciatori - clandestini - pedofili pagati dai comunisti. Ed ecco che Berlusconi depenalizza (nella pratica) immigrati clandestini, pedopornografi, scippatori e magnaccia (non li sto mettendo tutti sullo stesso piano; ma l'elettore di destra in genere lo fa).



Per questo, ho evidenziato nel testo i reati più temuti dalla "destra", che la destra oggi assolve.

Punto secondo, la retorica di questo testo, tipica del nuovo populismo trasversale, se la prende con l'individuo Berlusconi, oppure con la "Casta". Che certo esiste, solo che ormai è diventata l'unico problema riconosciuto da tutti, mentre dietro incombe qualcosa di molto più terribile: la devastazione generale del capitalismo assoluto.



Come superare la legge vergogna dell'indulto?

Oggi si è espresso al Senato il voto della vergogna. La maggioranza ha votato compatta a favore della legge "blocca-processi", dando il suo contributo alla distruzione della giustizia in Italia, in piena sintonia con l'INDULTO.

Ecco l'elenco dei reati che resteranno impuniti da oggi in poi:
- aborto clandestino
- abuso d'ufficio
- adulterazione di sostanze alimentari
- associazione per delinquere
- bancarotta fraudolenta
- calunnia
- circonvenzione di incapace
- corruzione
- corruzione giudiziaria – è quella per cui Silvio Berlusconi ha fatto questo decreto
- detenzione di documenti falsi per l'espatrio
- detenzione di materiale pedo-pornografico
- estorsione
- falsificazione di documenti pubblici
- frodi fiscali
- furto con strappo
- furto in appartamento
- immigrazione clandestina ("pensate, dopo tutte le menate che fanno con la storia dell'immigrazione clandestina, adesso sospendono i processi" – Marco Travaglio)
- incendio e incendio boschivo
- intercettazioni illecite
- maltrattamenti in famiglia
- molestie
- omicidio colposo per colpa medica
- omicidio colposo per norme sulla circolazione stradale vietata ("tutti quelli che stendono la gente per la strada ubriachi, bene quelli non li si processa" – Marco Travaglio)
- peculato
- porto e detenzione di armi anche clandestine
- rapina
- reati informatici
- ricettazione
- rivelazioni di segreti d'ufficio
- sequestro di persona
- sfruttamento della prostituzione
- somministrazione di reati pericolosi
- stupro e violenza sessuale
- traffico di rifiuti
- truffa alla Comunità Europea
- usura
- vendita di prodotti con marchi contraffatti
- violenza privata

Tutti questi, essendo puniti con pene inferiori ai dieci anni, vengono sospesi.

FATELA GIRARE.
ORGANIZZATE LA RESISTENZA CONTRO LA CASTA.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebek.splinder.com/
Link: http://kelebek.splinder.com/post/17609113/Gli+scippatori+ringraziano
26.06.08

venerdì 27 giugno 2008

HEIL, Maroni!!!

Apprendiamo che non si tratta di una schedatura razziale, ma soltanto di foto segnaletiche; ad onor del vero, le vittime dei lager venivano fotografate dalle SS. Se visitate Auschwitz , ne troverete di foto di bambini!!! Ma cosa si utilizza per questa schedatura? Si tratta della legge 633 del 22 aprile 1941, una legge del periodo fascista appunto, usata per segnalare all'epoca gli elementi "pericolosi" per il regime, cioè comunisti ed anarchici (fotosegnalandoli). E' inutile dirlo, ci sentiamo proprio rassicurati. Sulla sua bontà ci assicura poi un prefetto di recente nomina, il prefetto di Milano, Lombardi. C'erano solerti burocrati anche nei lager nazisti, che compilavano accuratamente le schede dei prigionieri, anche con una grafia molto accurata (l'ho potuto appurare nella mia visita ad Auschwitz) e che fotografavano i deportati....

giovedì 26 giugno 2008

LEGGI RAZZIALI, MARONI NUOVO EICHMANN?

Con allarme e incredulità è compito di noi comunisti opporci a questo atto da vili fascisti, da veri e propri allievi di Adolf Eichmann, uno dei capi delle SS naziste e responsabile materiale della deportazione degli Ebrei nei lager: la proposta di schedatura etnica dei bambini ROM (cosa fanno gli tatuano il numero sul braccio e gli mettono un triangolo come ad Auschwitz - Birkenau?) fatta da Maroni è un atto che si commenta da se, una delle tante che questo Governo fa ogni giorno. Giù le mani dai bambini rom vigliacchi!!!!

martedì 24 giugno 2008

APPROVATO DAL SENATO IL SALVA-BERLUSCONI

Approvato il salva - Berlusconi al Senato, quello che il suo governicchio di leghisti, post e para - fascisti, attricette e incapaci definisce decreto "sicurezza, norma che blocca per un anno i processi per i reati che prevedono fino a 10 anni di reclusione commessi entro il giugno 2002. Insomma chi ha commesso reati prima di quell'anno stia tranquillo, alla faccia della sicurezza. Ma quello che inquieta è ancora il Partito Democratico, che invece di proclamare guerra a tali porcate sarebbe disposto all'immunità per le alte cariche dello Stato. Questa è l'opposizione di questi ceffi!! Che vergogna infinita!!! Ma perchè il nostro caro Veltroni non sparisce dalla circolazione assieme a D'Alema???

domenica 22 giugno 2008

CHE SCHIFOSI!|!!!

Secondo quanto riportato da Reuters, il ministro Brunetta afferma che per i dipendenti è tempo di sacrifici, avendo notoriamente degli ottimi salari. Durante la campagna elettorale avevano affermato che c'era un emergenza salariale, ma ora questi bugiardi schifosi come al solito cambiano le carte in tavola, sapendo che potranno contare sui media a loro favore nelle prossime campagne elettorali e qualche favola per intortare il popolo la troveranno; e, sapendo come sono gli italiani, sempre più superficiali e disinformati, ci riusciranno pure. Una cosa però gliela chiederei, fossi un loro elettore, al duo Tremonti - Brunetta: ma voi quando li fate i sacrifici? Quando vi dimezzate gli stipendi da ministri?

INFLAZIONE PROGRAMMATA: 1,7%

Nel Documento di Programmazione economica e Finanziaria il governicchio Berlusconi prevede una inflazione all' 1,7%, mentre il dato reale ISTAT è del 3,6%. Inoltre le previsioni europee, già di per se ottimistiche, prevedono comunque un 2,2%. Attenzione che queste previsioni sono importanti: in base a queste e agli Accordi di luglio del 1993 questo dato programmato è il riferimento base per i rinnovi contrattuali, cioè per gli aumenti di stipendi e pensioni. Mi chiedo perciò: ma stanno facendo i furbi? Oppure Robin Hood Tremonti dà i numeri come quando ci lasciò lo stato con le casse vuote nel 2006? E sui prezzi, al di là della propaganda televisiva di cui sono maestri, cosa stanno facendo? Semplicemente solo tante parole!!!

sabato 21 giugno 2008

I NO Dal Molin ottengono una vittoria!!

Il TAR del Veneto si esprime sulla nuova base Usa di Vicenza: il progetto non è in regola, i lavori non possono iniziare. I veri illegali sono stati smascherati: sono coloro che vorrebbero imporre la nuova base Usa alla città. Così inizia il sito del movimento, che pubblica per intero la storica sentenza del TAR, che costituisce una vittoria per tutti noi che siamo stanchi della presenza militare americana in Italia, mai messa in discussione dai servi della destra e dal PD di Walter l'americano. Circa cento tra siti e basi vedono la loro presenza militare, con ingrandimenti programmati da tutti i governi che si susseguono, con alcuni imbarazzanti silenzi su cosa ci sia in alcune basi, utili alla solo alla imperiale strategia della guerra preventiva del governo degli Stati Uniti.
E' il caso di di dire veramente: FUORI GLI AMERICANI E I LORO SERVI DALL'ITALIA!! FUORI L'ITALIA DALLA NATO!!!!

giovedì 19 giugno 2008

NO AL NUCLEARE!!!!

Tra le tante intenzioni inquietanti del Regime che ci governa, una delle più criminogene e idiote nello stesso tempo è quella di tornare a costruire centrali nucleari. Innanzitutto, il disprezzo per la democrazia è palese perchè in materia gli italiani avevano detto NO al nucleare con il referendum dell'8 e 9 novembre 1987 (nei tre quesiti dell'epoca le risposte abrogative erano dell'ordine dell'80% per due quesiti e del 70% sul terzo, con netta volontà di dismettere il nucleare quindi); poi, se pensate che l'Italia dovrebbe comunque comprare uranio dall'estero si capisce che la dipendenza non cessa. Infine, in un paese sismico e dissestato come questo, è veramente folle l'idea di costruire delle centrali che possono avere degli incidenti con conseguenze devastanti. Perciò, se non siete troppo sensibili, cliccate qui per vedere gli effetti del disastro di Chernobyl del 1986, quando non potevamo più mangiare insalata o bere latte e dovevamo uscire, noi bambini dell'epoca, con cautela.

mercoledì 18 giugno 2008

Prove tecniche di regime.

Ormai quello che è in atto in Italia è la vera a e propria costruzione di un moderno regime reazionario di massa ad iniziare dal tentativo di bloccare le intercettazioni e la loro divulgazione, colpendo il diritto di cronaca in nome della salvezza della casta. Con la solita, puntigliosa analisi Marco Travaglio mette bene in evidenza i punti salienti della questione delle intercettazioni nel blog di Beppe Grillo. Per il resto, aspettiamoci un maggior coinvolgimento dell'Italia in tutte le operazioni militari degli USA, come in Afghanistan, l'ingrandimento delle basi in Italia, come quella di Sigonella, per cui si è impegnato il ministro ex-missino La Russa. Poi, se avete qualche cosa in contrario, non preoccupatevi: ci saranno i militari in piazza con funzioni di pubblica sicurezza, come nel Cile di Pinochet o l'Argentina di Videla. Se vi opporete a discariche o nuove centrali nucleari, ammesso che lo capiate in tempo utile per il segreto di stato apposto su ogni cosa saranno botte da orbi. Ma ovviamente il problema sono i lavavetri, i rumeni e chi chiede l'elemosina esagerando. A proposito, visti i continui sbarchi di pericolosi criminali "clandestini" sulle nostre coste, a cosa serve per voi annunciare provvedimenti drastici che non fermano proprio nessuno? Secondo voi a questi disperati frega qualcosa delle esternazioni del "nostro" ministro Bossi? Io una idea me la sono fatta...

Appello all'unità dei Comunisti


COMUNISTE E COMUNISTI

COMINCIAMO DA NOI

Dopo il crollo della Sinistra Arcobaleno, ci rivolgiamo ai militanti e ai dirigenti del Pdci e del Prc e a tutte le comuniste/i ovunque collocati in Italia

La solita vergogna

Ecco, ci risiamo, il Cavaliere è sempre lo stesso: ancora una volta ci propina una serie di norme che servono soltanto a lui al fine di sospendere i processi per reati commessi fino al giugno 2002 (e che fine faranno tutti i processi, si chiuderanno?). Ciò che stupisce è che il Partido sedicente-Democratico si accorge solo ora di quello che tutti sapevano, cioè che il Nostro è interessato alla politica per potersi occupare, a scapito degli italiani, dei suoi interessi industriali e giudiziari. Pensare che fino a poco tempo fa volevano riscrivere la Costituzione insieme alla destra. Ma state certi che passata questa bufera ci riproveranno, il PD ormai è totalmente asservito ai poteri forti e lo ha dimostrato ogni giorno fin dalla sua, per noi sciagurata, fondazione (o meglio quella americanata finta definita pomposamente "primarie").

Ci siamo ancora!!!

Dopo la sconfitta disastrosa della Sinistra Arcobaleno, ho deciso di aprire questo blog, per poter contribuire ad una vera e franca discussione sulle prospettive della sinistra e dei partiti comunisti: spero che gli interventi su questo spazio possano essere utili in qualche maniera.